COSA C’E’ DIETRO IL CARNEVALE?

15 Febbraio 2021 Vincenzo Abbate

COSA C’E’ DIETRO IL CARNEVALE?

Cosa c’è Dietro il Carnevale? Già lo so. La prima cosa che stai pensando è: eccolo il solito guastafeste! Ma, è un’appellativo che proprio non mi si addice perché: io amo le feste! Allora permettimi di spiegarti alcune cose sul Carnevale e, tra una chiacchiera e l’altra leggi senza filtri le mie considerazioni.

Carnevale è sinonimo di maschere, carri, falò, scherzi: quali archetipi si nascondono dietro questi simboli? Lo Spirito sembra non farsi problemi a preferire la follia alla ragione e il caos all’ordine per esprimersi e manifestarsi. Cerchiamo di scoprire la fondatezza di questa interpretazione.

Il Carnevale, per come noi lo conosciamo e festeggiamo adesso, è  un incredibile mix di antichissime credenze e simbologie che vanno a perdersi nella notte dei tempi.

Non è solo un periodo di allegria e di spensieratezza, antropologicamente parlando il Carnevale ha svolto in varie epoche ed in vari popoli un compito rituale molto profondo e significativo.

Cominciamo analizzando l’etimologia del nome: il termine “Carnevale”, più raramente “Carnasciale“, deriva da una crasi dei termini “carne lasciare”, pertanto stava originariamente ad indicare un periodo post invernale legato ai cicli lunari, in cui si soleva digiunare a partire dal momento culminante in cui si festeggia-sacrifica una figura espiatoria che, a seconda delle culture, è stata identificata col Re Carnevale, con il Wicker man celtico e neopagano, lo Zozorba messicano, la Vecchia delle lande norditaliale, la Befana, il Pharmakos greco.

Con l’avvento della cristianità, il Cristo, diventa il capro espiatorio per eccellenza, ha cominciato a ricoprire idealmente questo ruolo, pertanto il digiuno è stato sovrapposto alla Quaresima, che inizia proprio con il Martedì Grasso, la fine del carnevale, e finisce con la vigilia di Pasqua.

Martedì Grasso e le origini precristiane

Il Martedì Grasso è appunto il culmine della licenziosità, dei festeggiamenti legati alla morte del vecchio, e della preparazione alla rinascita del nuovo tramite un periodo di austerità, che culmina appunto con la rinascita pasquale.

Queste linee archetipe legate al sacrificio espiatorio del vecchio, al risveglio della vitalità simboleggiato dalle maschere animali e dalla licenziosità, talvolta orgiastica, che poi si focalizza su una rinascita, erano comuni a tutto il mondo precristiano, specialmente nei popoli celtici e germanici, ma anche nelle tradizioni greche e caldee.

Ad esempio, il Fasnacht germanico, è un rito precristinano legato alla feritlità in cui si cerca anche di esorcizzare gli spiriti cattivi. Il nome stesso è legato al termine sassone “fast”, digiunare, a sua volta etimologicamente derivato da un termine che significa purezza.

Qui è fortemente presente il fattore maschera legato all’animalità e alla perdita dell’identità in uno spirito di rovesciamento delle regole e della morale che equivale alla notte, al mondo onirico in cui la personalità conscia di facciata si fa da parte per lasciare via libera a ciò che è subconscio.

Gli elementi legati ai carri e alla parata derivano invece da alcuni antichi rituali romani e preromani, in cui esisteva già la pratica di offrire al popolo i giochi circensi (non violenti in questo caso) e per via del riferimento alla “Nave della Vergine”, un simbolo biblico che pian piano è stato trasformato nell’attuale carro carnevalesco.

Parliamo dei Lupercalia, festeggiamenti dell’antica Roma, in cui si inneggiava alla vita, alla primavera e alla licenziosita’ onorando la Lupa e Luperco, antico dio pastorale della fertilita’ legato al Greco Pan.

A Carnevale ogni scherzo vale dunque…è lecito impazzire

A carnevale tutto vale…  o semel in anno licet insanire, ovvero una volta all’anno è lecito impazzire. Questi celebri motti di spirito rappresentano l’anima del carnevale, ovvero un rituale di rovesciamento e ribilanciamento che, come detto, permette agli stati di coscienza subcoscienti di esprimersi e sfogarsi per rifertilizzare la coscienza di veglia, in genere imbavagliata in mille regole e morali e resa sterile e stagnante, incapace di reinterpretare la vita e di generare un vero progresso.

Quando la coscienza invecchia per via di assenza di vigore e rinnovamento, condizione rappresentata dall’inverno, la vita prende iniziativa sabotandola e sprigionando tutte le energie.

Per questo, nell’ antichità, era considerato lecito, sano e, secondo Orazio, “dolce”, regredire ad stato primordiale, come se sottocutaneamente l’essere umano non fosse sempre stato altro che un animale travestito con un costume mentale, con lo scopo di rinnovare la possibilità di un progresso continuo, di un armonia tra saggezza e pazzia, mix perfetto per l’immortalità che farebbe uscire da quest’altalena di digiuno e abbuffata, di austerità e festeggiamenti, di conscio e di inconscio, di vita e di morte, di caos e cosmo.

Prima ancora dell’influenza cristiana, a Roma, dopo i Saturnali nei quali follemente si distruggeva il cosmo, passava un carro che avrebbe dovuto ricostituirlo. Carri, maschere, fuochi nella notte, abbondanza di cibo sono tutti promemoria che l’inconscio dell’universo ci presenta per ricordarci quanto presuntuoso sia “il sé diurno”.

Non voglio fare il guastafeste ma la festa di carnevale come avete ben capito ha origine in un principio: “Eleva la Carne” “tutto ti è concesso”. Un principio che ritroviamo fortemente nel satanismo moderno: “fai ciò che vuoi è tutta la legge”, insegnava Crowley.

Proprio per questo la Chiesa cattolica ha trasformato questo principio “dopo quel giorno, fai sparire la carne”, non riuscendo ad estirpare le tradizioni che neanche condivideva. Quindi, in realtà non prese una posizione chiara e netta, cedendo ad un grande compromesso. Da qui il periodo della quaresima. Tutto questo rimanendo in piedi il principio: fai ciò che vuoi, ogni scherzo vale!

Anche questa volta, proprio come accadde per Halloween, la festa di Ognissanti e il Giorno dei Morti, non riuscendo ad eliminare queste usanze, fu “cristianizzata” una festa che di Cristiano non ha nulla.

E CON I BAMBINI COME LA METTIAMO?

Le feste come il Carnevale coinvolgono in modo particolare i bambini. Se agli adulti non si può imporre nulla, ancor meno si può dire ai bambini, i quali non hanno elaborazione mentale per comprendere certe cose. Ciò che va inculcato al fanciullo è la verità! È noto che la pratica del travestimento fa parte di una fase del loro sviluppo. Tutti bambini cercano l’emozione di vestire i panni di qualcun altro. Questi sono soliti indossare calzature o abbigliamento dei propri genitori, tutti noi l’abbiamo fatto! I bambini non devono vivere il dramma di essere separati dagli altri, ma dobbiamo aver rispetto degli altri ed educare i nostri piccoli al confronto.

Un principio che vale per tutto l’anno è sicuramente quello da che cosa travesti tuo figlio. Eviterei tutto quello che ha a che fare con la morte, la sua esaltazione e la sua simbologia.  Così come con la magia. Vedo che più andiamo avanti più spopolano vestiti dedicati a diavoletti, demoni, streghe ecc. E’ lecito far sognare i bambini, e non si deve mai offuscare la loro fantasia, ma attenzione da cosa li fai immedesimare. Ciò che si può fare, per evitare che i nostri figli festeggino il Carnevale, è ricorrere ad azioni alternative. Non traumatizzare il bambino ma parlargli. Con amore e senza denigrare nessuno, spiegare il perché di alcune scelte, parlando loro della propria fede, cercando un’alternativa pedagogica per non recare delle mancanze nello sviluppo del bambino. Questo non significa far festeggiare loro il Carnevale, ma custodire i piccoli che il Signore ci ha donato.

Personalmente evitiamo di mandare i nostri figli piccoli in questo tempo a feste dedicate a questo, perché cerchiamo di seguire un principio che, come famiglia, riteniamo ancora valido cioè “inculcare” al fanciullo la condotta che deve tenere così da ricordarsene quando sarà adolescente, giovane e vecchio! (proverbi 22:6).

C’è tutto l’anno per travestirsi da cose belle, ci sono i compleanni per poter organizzare feste a tema, ed è possibile evitare di farlo in questo tempo.

Quanto alla Quaresima?

La quaresima, ossia il periodo di preparazione alla Pasqua, il credente la dovrebbe vivere tutto l’anno, ma non come astensione dalla carne, o con il fare “fioretti vari” poiché la santificazione è un cammino con il Signore. È il cammino del cristianesimo che ci porta ad allontanarci da ogni forma di peccato ed ogni apparenza di male. Dinanzi al carnem valere, di fronte all’ipotesi del carnem levare io propongo “spiritus valere”. L’epistola agli efesini ci invita a camminare in questi termini: “come si addice ai santi, né fornicazione ne impurità né avarizia sia neppur nominata tra voi; né oscenità né parole sciocche o volgari che sono sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento[…] Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, infatti è per queste cose l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli[…] In passato eravate tenebre ma ora siete luce nel Signore; comportatevi come figli di luce[…] E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, piuttosto denunciatele[…] Perciò non agite con leggerezza ma cercate di capire quale sia la volontà del Signore” (Efesini 5:3-17).

CREDETE AD ED!

Infine, se proprio non volete credere a me, alla storia, alle leggende o alla Parola di Dio credete ad Ed Warren.

Ed e Lorraine Warren sono stati due demonologi, scrittor di numerosi libri sul paranormale e,  hanno indagato su molti casi legati a presunte manifestazioni sovrannaturali.  Pensate che insieme hanno fondato nel 1952 la New England Society for Psychic Research e un Museo dell’Occulto dentro la propria casa. In questo museo ci sono tutti gli oggetti che hanno preso da case infestate da demoni, o indossati da persone possedute. Hollywood con loro ha fatto bingo. Perché molti film da Annabelle, alla casa di Amityville, da the Conjuring a The Nun, sono ispirati a storie realmente accadute. Molti di questi oggetti, oltre che riprodotti in modo uguale, sono stati portati proprio su i set cinematografici, e loro sono stati protagonisti in molti di questi film. Ma questa è un’altra storia che leggerete nel libro Io sono una luce, al capitolo proprio dedicato ai film Horror, cosi forse da farvi passare la voglia di amare questo genere. E allora cosa c’entra con il Carnevale Ed. è inserito in questo articolo proprio perché lui va contro l’esatto opposto del mio credo ma proprio in riferimento al carnevale ha fatto una importante dichiarazione.

Mentre spiegava una delle maschere presenti nel suo museo ha affermato:

Molte delle maschere utilizzate in particolare ad Halloween e durante il Carnevale, mentre le persone credono che sia solo un travestimento, vengono utilizzate durante i rituali di magia nera, ed è in quel momento che in essa può penetrare l’energia negativa”,

e riferendosi alla maschera presente nel suo museo continua a dichiarare:

questa maschera era capace di creare proiezioni diaboliche, vale a dire che chiunque la indossasse, anche dopo essersela tolta, riflettendosi in uno specchio poteva vedere il suo volto modificato”.

E’ lecito impazzire? E’ solo un gioco? A Voi la scelta.

Infine, un carnevale che tra le altre cose diventa sempre più esoterico, nelle feste e nei travestimenti. Per esempio, a Napoli, molto spesso ci sono eventi basati su streghe, ianare e “malocchi vari”.

Come Cristiani siamo chiamati a prendere delle posizioni chiare e nette, non confondendo il bene ed il male né la Luce con le tenebre.

Ecco perché io ho fatto una scelta chiara è ci metto la faccia: un Cristiano non ha nulla a che vedere con il Carnevale!

Vincenzo Abbate

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Comments (6)

  1. Luisa

    Sono pienamente d’ accordo.
    Che Dio ti benedica e si usi sempre di più di te 🙌

  2. Francesco Vicinanza

    Peccato che , al netto di ogni origine e di cosa potesse rappresentare un tempo il carnevale, oggi di tutto questo resta solo un giorno in cui molti si mascherano e al massimo tirano un po’ di coriandoli in giro. Anche perché questi sono tempi in cui chi vuole darsi “alle carni” non deve attendere questa festa , ma lo può fare sempre e in ogni giorno…senza nessuna maschera e nessuna giustificazione sociale. E secondo Lei, uno dovrebbe evitare di “festeggiare” il Carnevale e ridere un po’ solo perché secoli fa era ( MA NON E’ PIù ) l’occasione di comportamenti illeciti. Ma non avete nulla di serio a cui pensare? Francesco Vicinanza

    • Ciao, penso di essere stato Anna se Anna chiaro: scherzare riprendendo una simbologia, maschere e rituali che ancora oggi nella realtà l’esoterismo pratica, sicuramente apre la nostra vita ad influenze che non ci fanno del bene

  3. Sandra

    Condivido tutto ciò che ha scritto, ma la gente purtroppo non crede a queste cose, se glielo dici ti prendono per pazza o bigotta e anche stupida perché credi a queste favole. Non è facile fare la differenza e andare contro corrente,più si va avanti e più si diventa sordi di fronte alla verità. Che Dio ci aiuti e ci allontani da ogni forma ambigua e oscura che padroneggia nel mondo. A Dio sia la Lode e la Gloria nei secoli dei secoli. Amen

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