Generazioni Digitali: social media e fake news

14 Gennaio 2018 admin

Generazioni Digitali: social media e fake news

Generazioni digitali, si siamo sempre più digital oriented e meno consumatori di dati e fatti concreti. Che cosa significa questa affermazione? Siamo nel 2018 e tutti i giorni diventiamo sempre più social, sia per l’influenza che i social media stanno avendo sulla nostra vita e quotidianità, sia per il bombardamento di notizie che ci arrivano direttamente dalla rete e dal mondo del web. Guardiamo assieme un po’ di dati, così da renderci conto quanto la nuova tecnologia e il sistema digitale nel suo complesso, siano entrati radicalmente nella nostra routine. Secondo il report Digital in 2016, gli utenti di internet sono 3,4 miliardi su una popolazione di 7,4 miliardi di persone. Questo numero è la testimonianza di quanto importante sia all’epoca attuale l’utilizzo del web. In particolare dalla ricerca emerge che il 40% (circa 2,3 miliardi) degli utenti a livello globale accedono a internet tramite mobile.

Questo dato non ci dovrebbe molto sorprendere, poiché per la vita frenetica che oggi tutti abbiamo, è naturale navigare in rete più tramite uno Smartphone che tramite un PC. A testimonianza di questo dato di fatto e indiscutibile, parlano i numeri: gli accessi a internet tramite mobile ammontano, all’inizio del 2016, a 39% con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente (2015) ed emerge parallelamente una diminuzione dell’uso sia del desktop (-9%) che dei tablet (-21%), dato aumentato anche nel 2017.

In tutta questa forte affluenza nella navigazione sul web, non possiamo dimenticarci dell’importanza dei Social Network: a livello mondiale gli utenti che utilizzano le piattaforme social ammontano a 2,3 miliardi. I picchi più alti di utilizzo provengono dal Nord America ed Europa, a seguire Sud America e Asia.

Social più utilizzati sono Facebook (1,5 miliardi di utenti, in continua crescita) e le app di messaggistica istantanea, come WhatsApp che vede 900 milioni di utenti attivi (nel 2015 si attestavano a 600 milioni) e Facebook Messenger (circa 800 milioni di utenti). È doveroso sottolineare, per rimarcare ancora una volta l’aumento dell’uso del mobile rispetto agli altri strumenti di navigazione sul web, che l’83% degli utenti accede ai Social Network tramite mobile.

Una piccola differenza statistica la vediamo proprio nelle nuove generazioni che sempre di più stanno lasciando social come Facebook per preferirne altri, Instagram su tutti, proprio perché su Facebook ormai ci sono anche “i loro Genitori” .

“Mentre gli adulti continuano a vedere gli spazi virtuali e quelli reali come separati, le identità digitali della maggior parte dei giovani sono integrate e inscindibili dalle loro identità fisiche. Quando vengono isolati e messi alla berlina dal gruppo dei coetanei, le sicurezze crollano perché sono consapevoli che ogni volta che accederanno al proprio mondo online il disagio continuerà”  (Tratto dal libro Sexting e cyberbullismo. Quali limiti per i ragazzi sempre connessi, di S. Shariff).

Focalizzandoci ora in modo particolare sul nostro Paese, la ricerca ha mostrato che circa 38 milioni di italiani navigano in rete, il 47 % accede costantemente ai social e nel dettaglio il numero di utenti che si connettono alle piattaforme social si è attestato a 24 milioni nel 2016 (in crescita rispetto al 2015).

SEMPRE PIÙ CONNESSI…

Ma cosa significa essere sempre così costantemente connessi sul web? Certamente questo aspetto implica e coinvolge più aspetti: si apprendono nuove notizie, si ricevono più informazioni precise e specifiche, è possibile accedere a più fonti, condividere contenuti di ogni tipo o semplicemente scambiarsi opinioni e pareri.

La conseguenza di questo, enfatizzata soprattutto da un passaparola tra utenti molto più rapido di quello che si ha nella realtà al di fuori del contesto internet, è che non sempre le notizie che si ricevono o che si diffondono possano essere vere. Pensiamo ad esempio alle “News Feed” di Facebook: si tratta di uno spazio dedicato sul social network in cui compaiono tutte le notizie e le curiosità che sono legate ai nostri interessi, gusti, attività che compiamo nella nostra vita. Queste inserzioni che ci appaiono sono frutto dell’algoritmo di Facebook, in grado di monitorare ogni giorno i nostri “spostamenti” mentre navighiamo e quindi captare e poi memorizzare quali sono le categorie che maggiormente ci interessano. È possibile anche scegliere cosa vogliamo vedere come notizie e informazioni, modificando il nostro profilo e indicando quali sono le nostre preferenze.

…SEMPRE PIÙ FAKE NEWS!

Abbiamo detto quindi, che siamo costantemente bombardati da notizie di ogni genere. Emerge quindi un punto da affrontare: quanto sono vere e originali queste informazioni e quante sono “fake”, le cosiddette “bufale”?

Vediamo qualche esempio, partendo dalla politica: dal referendum costituzionale italiano ai risultati a sorpresa della Brexit, per concludere con le recenti elezioni del presidente degli Stati Uniti. Tutti questi fatti sono stati manipolati da bufale che si sono generate e poi diffuse sul web, enfatizzate poi soprattutto dai social network, in cui gli utenti hanno reagito commentando e dando avvio a dibattiti molte volte privi di un senso concreto o di una prova reale su quanto si stesse discutendo. Certamente la diffusione delle notizie infondate ricade sulla società, portando talvolta una ventata di negatività e confusione. Buzzfeed ha affermato infatti che le prime news divulgate dai media prima delle elezioni presidenziali negli USA fossero completamente delle bufale, diffuse dalle varie fazioni politiche per tentare di vincere prendendo una scorciatoia e magari una strada più facile e veloce. Queste sono solo alcuni esempi delle tante che girano ogni giorno sul web saltando da un capo all’altro del Pianeta. Dovunque la posta in gioco è alta arriva immediata la nube tossica delle fake news

DIFENDERSI DALLE NOTIZIE FALSE

Cosa fare quindi per combattere le Fake News? il problema delle fake news sui social media è strutturale. Facebook, Twitter e in parte Google hanno un modello di business fondato sul ricavo pubblicitario e sulla viralità che non solo non limita, ma in un certo senso incentiva la diffusione di bufale, e godono nei loro rispettivi campi di un monopolio di fatto che rende facile approfittarsi del sistema: con poche migliaia di dollari, un agente russo può raggiungere con il suo messaggio 126 milioni di americani.

A partire da quest’anno, Google ha dichiarato di attivarsi per creare dei sistemi di allerta che siano in grado di captare i siti internet di dubbia provenienza. Mark Zuckerberg invece ha già avviato negli USA una politica di “guardia” sulla diffusione di notizie travisate: gli articoli contenenti notizie incerte e non propriamente verificate, possono essere segnalate come fake news dagli utenti stessi. Se le notizie ricevono molte segnalazioni, vengono immediatamente inoltrate ad un gruppo di associazioni e siti giornalistici specializzati, i quali inizieranno un’attività di fact checking, ovvero di verifica della verità dei contenuti riportati dalle notizie. Se conclusa la verifica emerge che effettivamente l’informazione divulgata risulta essere falsa, verrà contrassegnata dall’avviso “Disputed by Third-Party Fact-Checker” così da rendere noto a tutto il pubblico della non verità della stessa. Ma quando dunque Facebook e gli altri promettono di autoriformarsi, di vigilare e di aver appreso dalle lezioni del passato c’è un’evidente contraddizione: si tratta di aziende di enorme successo che stanno promettendo di minare proprio il modello di business che le ha rese grandi, e di spendere soldi per farlo. Dunque per ora ogni annuncio di autoriforma della Silicon Valley deve essere interpretato in questo modo: promettere di cambiare per non cambiare davvero. Eanche gli Sforzi del Legislatore per regolare un sistema complesso portano a scarsi risultati.

Come ci dobbiamo comportare quindi? Una cosa è certa: dobbiamo stare molto attenti e talvolta diffidare di quello che leggiamo, specialmente se le notizie provengono direttamente dai social network. Basti pensare anche a Twitter e alla quantità di news che ogni giorno leggiamo in diretta.

Anche se siamo tutti un po’ social oriented, forse leggere qualche quotidiano cartaceo in più non farebbe male, magari il giusto compromesso per rimanere sempre connessi, o scaricare le applicazioni dedicate e specifiche e trovare le informazioni che vogliamo proprio da quelle fonti. Che ne pensate, potrebbe essere una soluzione vincente per non farci trascinare e influenzare dalle fake news?

Vincenzo Abbate

www.adolescenzeestreme.it

Fonte: marketingarena

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