Fortnite: il gioco del momento tra truffe, adescamento e cyberbullismo

16 Giugno 2018 Vincenzo Abbate

Fortnite: il gioco del momento tra truffe, adescamento e cyberbullismo

Fortnite, un gioco che sta tenendo incollati milioni di adolescenti e giovani agli schermi di smartphone e pc. Ora è arrivato a condizionare giocatori di fama internazionale che esultano riproponendo le movenze di alcuni personaggi del gioco.

Riceviamo e pubblichiamo Articolo tratto integralmente Blog AdoleScienza de L’Espresso.

Come tutte le mode della Generazione Hashtag, come la definisco in uno dei miei ultimi libri, è dilagata a macchia d’olio nell’arco di pochissimo tempo e ha invaso letteralmente le vite dei giovani.

Sono mesi che mi sono addentrata dentro Fortnite, che gioco con loro per capire da dentro i rischi e i pericoli: mi confronto con centinaia di adolescenti ed è allarmante vedere quante truffe sono legate al gioco, quanta violenza intenzionale e quanti adescatori, sia a sfondo sessuale che legato al denaro, sono presenti nel gioco alla ricerca di prede, come vampiri assetati di sangue.

Un gioco apparentemente gratuito che sta prosciugando le carte di credito prepagate dei più piccoli. 

Ovviamente si fa leva sulla psiche dei ragazzi che comprano armature particolari, strumenti per andare avanti nel gioco, mezzi e oggetti per divertirsi perché Fortnite attira non solo perché ha tutte le caratteristiche di una gioco di abilità, ma perché è diventato un luogo di aggregazione e di divertimento. I personaggi ballano, mangiano i popcorn, fanno mosse strane e i ragazzi si “spaccano” dal ridere, come dicono loro, gli permette in un certo senso di rifare le stesse fesserie che farebbero all’interno nel gruppo dei pari.

PERCHÉ PIACE?

I ragazzi che giocano a Fortnite mi rispondono in coro che si divertono e soprattutto che sono attratti dalle sfide. “Il gioco è in continua evoluzione, ci sono i livelli, ci sono gli scontri, ci sono tutte le abilità, scappi, ti nascondi e poi spari, e poi mano mano che c’è giochi, conosci i nomi di chi gioca, cominci a capire le strategia sua e allora se vedi che è uno bravo e che ci sa fare lo segui sennò no, sennò ti metti d’accordo con tre o quattro che conosci se è troppo forte o viceversa, ti ci avvicini e poi ci stanno tante cose all’interno del gioco che portano alla sfida sempre de più”, racconta un ragazzo.

Ovviamente tutto questo fenomeno è alimentato dagli Youtuber che giocano all’impazzata rinforzando il fenomeno Fortnite. Non dimentichiamoci, infatti, che per tantissimi bambini e adolescenti, la parola dei loro idoli influencer è unica e irripetibile.

TRA TRUFFE E ACQUISTI ONLINE, UN GIRO DI MILIONI DI EURO

Abilità e divertimento sono un mix letale per creare dipendenza e portare i ragazzi a spendere soldi.

Ho conosciuto adolescenti che arrivano a spendere anche 50-100 euro a settimana, mentre altri più bravi magari ne spendono 10, ma ci giocano dalle 6 alle 10 ore al giorno, perché i crediti li vincono grazie alle loro abilità.
La furbata sta nel fargli acquistare la moneta del gioco, i V-Buck, che permette ai ragazzi di “shoppare”, ossia di comprare oggetti e tutto ciò che serve per giocare all’interno del circuito del videogioco. Con i soldi reali, quindi, compri i V-Buck. E qui scatta il primo allarme.

Ho chiesto ai ragazzi perché spendono tutti quei soldi e mi hanno risposto: “Perché divento più forte, cambio il vestito, cambio le armi, salgo di livello con il potenziamento del personaggio e riesco ad essere pure più efficace. Le abilità c’entrano sempre, se poi hai pure i mezzi, capisci che il gioco sta lì. Però i mezzi se comprano”.

Nel gioco è possibile parlare, chattare e stare in diretto contatto con gli altri: insomma, l’ambientazione ideale per truffatori e adescatori. 

I ragazzi, assetati di V-Buck, perché più soldi hanno, più hanno la possibilità di evolvere nel gioco, cascano nella rete delle truffe. Gli vengono inviati dei link, con nomi simili al gioco, con una grafica che richiama Fortnite, che promettono V-Buck gratuiti. Rimandano ad altre pagine, chiedono il numero di telefono o la carta di credito e man mano prelevano i soldi. Alcuni chiedono il contatto Instagram per fare sharing e aumentare la portata: immaginate, quindi, che se un ragazzo vende il suo link di un social network, magari con 1000 o 2000 amici, il gioco è fatto e con un piccione hanno preso 1000 o 2000 fave.

Un ragazzo mi ha detto di essersi accorto che gli avevano truffato pochi soldi e di non aver fatto niente perché “tanto erano pochi”.

Il problema è che pochi soldi moltiplicati per i milioni di utenti nel gioco fanno assai.

Per non farsi truffare, dunque, non si deve usare un circuito di pagamento al di fuori del gioco, non si deve credere a chi regala V-Buck e si deve controllare che l’url abbia sempre il protocollo https perché altrimenti si rischia di navigare su un circuito non sicuro.

TROLLING E CYBERBULLISMO: UN COVO DI AGGRESSIVITÀ E VIOLENZA

Si tratta di una piattaforma dove è possibile giocare in gruppo, fare squadra, allearsi, collaborare, fare muro a qualcuno, unirsi agli altri per distruggere i più bravi e anche “trollare”, ossia creare intenzionalmente litigi, un comportamento molto frequente in rete anche in tantissimi altri giochi, e bullizzare qualcuno.

I ragazzi mi dicono “Se c’è qualcuno che è uno stupido, lo vedi subito, lo prendi di petto, lo prendi in giro, fai in modo che sbagli. Tra il vivo e il virtuale non cambia niente, è questo che non capite. Si vede subito quando uno è più imbecille, lo attacchi anche se non lo conosci, è un soggetto”.

Non c’è una ricerca solo di chi si conosce nel reale e che si attacca anche nel virtuale, ma si ricercano le potenziali vittime anche tra chi non si conosce all’interno del gioco. Ci si allea contro quelle persone prese di mira e in rete si ricreano le stesse dinamiche che accadrebbero fuori dal gioco, all’insaputa di genitori e adulti che lo vedono solo come un gioco!
Il cyberbullismo all’interno dei giochi online, viste le proporzioni, è un fenomeno allarmante da non sottovalutare e da tenere veramente sotto controllo.

ADESCAMENTO ONLINE: MILIONI DI RAGAZZI A RISCHIO

Un altro aspetto che spesso si trascura è che in questi giochi è pieno di adescatori. Una ragazza mi racconta che è stata adescata ma che per fortuna era a conoscenza di quello che poteva accadere e ha segnalato. “Il problema è che anche se segnali queste persone, ritornano sotto altri nomi alla carica e poi vanno da un altro se vedono che con te non ci riescono. Ci sono talmente tanti pesci che quello che abbocca lo trovano di sicuro”.

Un altro ragazzo mi dice che hanno “una dinamica tutta precisa, c’è tutto un modo de fa. Sono incantatori di serpenti. Gli scrivono prima sul gioco e poi si fanno condividere qualche link, WhatsApp, qualche altra cosa dove magari hanno dei numeri falsi, dei profili finti. La storia poi la consoci, no? Il gioco è come una pesca gigante”, continua nella sua spiegazione. “In mezzo a tanti, peschi. Tanti li vedi proprio da come giochi, guardi come si muovono, li vedi dal comportamento quelli più soggetti, quelli più stupidi, infatti, fatalità pizzicano sempre quelli, com’è? Ve lo domandate? Guarda che tanti di sti bastardi giocano apposta. So pure bravi. Perché lo sai che chi fa sta roba è pure intelligente, non è stupido”.

Un altro ragazzo ancora mi racconta che “dietro questi bastardi c’è un mercato sessuale e anche quello dei soldi, che non è vero che (i ragazzi) non lo sanno e che non conoscono i pericoli ma questi, appunto perché sono bastardi, fanno leva sui ragazzi più vulnerabili, più condizionabili che si riconoscono subito da come si muovono nel gioco. Anche le ragazze le riconoscono dal modo di giocare, si capisce quando sono donne, giocano in modo diverso e loro lo sanno e le vanno a cercare”.

Un altro adolescente mi racconta che anche lui è stato adescato, mi dice che “cominciano a chiederti come ti chiami, quanti soldi ci spendi, quanto tempo è che giochi, tutte domande che non ti fanno insospettire. Hanno imparato il linguaggio dei ragazzi e tante volte non ti accorgi che sono adulti: cominciano prima da lontano, ti girano intorno come gli squali e poi man mano si avvicinano e ti fanno delle domande sempre più precise. Sono più brevi, più corte, sono più veloci a rispondere. Fanno come lo squalo, prima ti gira intorno e poi ti stringe il cerchio, ti stringe il cerchio, ti stringe il cerchio fino a che ti morde”.

Considerando che ci sono questi adescatori, chiedo cosa fanno di solito per aiutarsi tra di loro e mi rispondono che “se è un amico gli si dice, tante volte si fa qualche segnalazione tipo, occhio a quello, occhio a quell’altro, ma poi alla fine ognuno fa come gli pare. Siamo troppi, alla fine è come se tiri un sasso dentro al mare, che gli fai?”

 

Fonte: http://adolescienza.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/05/21/fortnite-il-fenomeno-del-momento-tra-truffe-adescamento-e-cyberbullismo/

 

 

 

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