Entro il 2030 “potrebbero morire di Aids circa 360 mila adolescenti”.

1 Dicembre 2018 Vincenzo Abbate

Entro il 2030 “potrebbero morire di Aids circa 360 mila adolescenti”.

Entro il 2030 “potrebbero morire di Aids circa 360 mila adolescenti, se non verranno ripristinati gli investimenti nella prevenzione dell’Hiv”. 

Un messaggio crudo quello lanciato dall’Unicef attraverso un nuovo rapporto pubblicato oggi, ma che deve spingere a riflettere, in tutto il mondo, su quanto ancora è necessario fare in termini di sensibilizzazione e prevenzione.Nella della giornata internazionale per la lotta all’Aids, in programma oggi sabato 1 dicembre, è duro il monito lanciato:

Il mondo sta andando ‘fuori strada’ nel suo obiettivo di eliminare l’Aids tra i bambini entro il 2030“, afferma Henrietta Fore, direttore esecutivo dell’Unicef. 

Secondo le proiezioni “ci sarà un calo del numero delle nuove diagnosi di Hiv e di decessi da Aids tra i bambini e i ragazzi”, ma l’Onu ha segnalato che questi progressi sono “notevolmente più lenti tra gli adolescenti nella fascia di età compresa fra i 10 e i 19 anni)”. 

“I programmi per la prevenzione della trasmissione dell’Hiv dalle madri ai bambini stanno dando i loro frutti – aggiunge Fore – ma non è abbastanza: i programmi per curare il virus e impedire che si diffonda tra i bambini più grandi non hanno dato i risultati che si aspettavano”. 

C’è chi ancora crede che l’aids si possa prendere con un bacio o nei bagni pubblici. E tra chi non lo pensa le idee non sono molto chiare e si continua a usare poco il preservativo, soprattutto fra i giovanissimi. Sarà anche per questo che i nuovi casi di infezione da Hiv sono praticamente stabili in Italia e in Europa, mentre tra i più giovani calano troppo lentamente, come segnalano il Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e l’Unicef, per la giornata mondiale di lotta all’Aids. Secondo i dati dell’Iss, nel 2017 in Italia sono state segnalate 3.443 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti, un dato in linea con la media europea.

Come recentemente segnalato, anche in Italia, dal ministero della Sanità, sono infatti molti i giovani che non sanno di avere l’Hiv e che spesso non sono in grado di rispettare i piani di cura. 

L’Unicef sta cercando di favorire la diffusione del test dell’Hiv con programmi mirati alle famiglie e anche di incrementare sulle piattaforme digitali l’informazione sulla prevenzione rivolta agli adolescenti.

Anche nel nostro Paese, con l’occasione della giornata internazionale, molte le iniziative in programma.

fonte: http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2018/11/30/aids-in-aumento-tra-i-giovani-non-riconoscono-il-rischio_9239aa24-b74e-48e4-b755-bc561348e1bb.html

 

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